Come avere prestazioni al meglio delle proprie potenzialità
- Dottoressa Maria Iadicicco
- 5 feb 2016
- Tempo di lettura: 4 min
Oltre la paura di sbagliare…
Per rispondere alla domanda su come raggiungere e mantenere prestazioni rilevanti nello sport e nel calcio in particolare, bisogna introdurre il concetto di Autoefficacia.
L'auto efficacia è il positivo sentimento di buon funzionamento, di fiducia in noi stessi, di autostima affermativa e sicurezza sulle nostre capacità di conquista e affermazione nel mondo.
Se mi metto alla prova e mi accorgo di riuscire aumenterà con il tempo il senso di auto apprezzamento.
In questo modo cresce la fiducia in me stesso.
L'autoefficienza riguarda il nostro agire. Noi possiamo essere più o meno bravi a fare un esercizio o ad allenarci e in questo misuriamo la nostra autoefficienza, ovvero la nostra capacità di svolgere un esercizio nel migliore dei modi. Uno sportivo di successo deve essere dotato di un'autostima elevata, di una chiara concezione di cos'è la propria autoefficienza e di una buona capacità di imparare dai normali alti e bassi che essa avrà. Allo stesso modo, se vuole ottenere buoni risultati in termini non solo fisici, ma anche mentali (sull'umore, sullo stress...), ogni atleta deve imparare a guardare nel modo giusto ai propri errori o ai mancati risultati e dunque imparare a cogliere ogni feedback.
Noi ci sentiamo efficaci se abbiamo fiducia della nostra efficienza e se non interviene qualcosa, come la paura di sbagliare, che ci fa dubitare delle nostre capacità. Ma l'auto efficacia smette di funzionare bene quando viene disturbata dall'attenzione, dal controllo volontario, dalla paura di sbagliare e dall'insicurezza. Noi possiamo rivolgere l'attenzione ad una sola cosa, una sola elaborazione per volta. Possiamo spostare facilmente l'attenzione e fare parecchie cose in modo seriale, ma in contemporanea è possibile fare una cosa per volta. Quando impariamo un movimento nuovo, come ad esempio imparare a camminare da bambino o nel caso specifico quando il calciatore professionista lavora ore ed ore a tirare un calcio di punizione o un rigore, inizialmente l'attenzione cosciente è fondamentale per trasformare, con intenso allenamento, una goffaggine in un movimento sciolto e disinvolto. Man mano che l'esercizio procede i movimenti si affinano, le prestazioni diventano automatiche e svolte facilmente senza pensare. Ciò rende possibile fare bene più cose alla volta. A questo punto la corteccia cerebrale, sede dell’attenzione, smette di svolgere il ruolo principale ed entra in gioco il cervelletto che rende possibile il corretto funzionamento degli automatismi
Il cervelletto è una struttura cerebrale di forma lamellare, collocata come una farfalla sotto il cervello, dietro al collo.
Ha una funzione multi tasking, dunque è in grado di farci svolgere molte funzioni contemporanee di elaborazione, esecuzione e controllo dei movimenti.
Questo agisce completamente in maniera automatica, al di fuori del controllo cosciente dell'attenzione. E’ un po’ ciò che conosce bene ogni guidatore, la sensazione di svolgere più funzioni contemporaneamente, senza che intervenga necessariamente l’attenzione.
Il cervello in qualsiasi momento può riprendere il controllo e scavalcare il cervelletto, però si diventa meno sicuri nei movimenti, più impacciati.
Questo perchè l'attenzione può fare minime operazioni contemporanee per volta; il cervelletto, invece, ha un'elevata capacità multitasking e può fare tante elaborazioni in contemporanea.
Il cervelletto è come se il cervelletto avesse a lavoro tanti computer diversi, ognuno dei quali elabora, regola, controlla, invia informazioni e sta attento al feedback che riceve dal sistema muscolare del corpo umano in maniera autonoma.
Pensiamo a quanti muscoli nel caso di un calciatore sono da muovere con precisione, controllare esattamente e in coordinazione! Ma tutto avviene elegantemente, anzi, migliorando continuamente la performance ogni volta che il soggetto si rende conto della sua auto efficacia.
Ma se iniziamo a dubitare delle nostre capacità, a nutrire perplessità sulla nostra autoefficacia la performance peggiora. A quel punto la paura e la voglia di far bene costringono l'attenzione a riprendere il controllo.
Se si cominciano ad avere delle cattive prestazioni o si cerca a tutti i costi a fare in mdodo che le cose vadano bene si potrebbe cominciare proprio allora a sbagliare.
L'atleta che in una gara importante ha paura di sbagliare proprio per questo rischia di far fallire la prestazione.
E’ un po’ ciò che avviene nel sesso: se un uomo in un incontro intimo con una donna a cui tiene molto, teme di non fare bella figura e vuole a tutti i costi riuscire nella sua virilità, subentra l’ansia da prestazione che rischia seriamente di fargli fare una pessima figura.
La potenza virile è fuori dal controllo diretto della volontà.
Se la sua mente è preoccupata e l'attenzione è vigile, questa, nella sua pretesa del controllo, non ha la tranquillità e la fiducia per lasciare che l'automatismo dell'eccitazione vada a richiamare il sangue che fa inturgidire gli organi sessuali.
Allo stesso modo il giocatore di calcio alle prese con un importante calcio di rigore, se non si concentra sul compito ma comincia a pensare ai tanti occhi che lo guardano e all’importanza di non fallire, delle conseguenze negative che ne deriveranno per la sua squadra, per se stesso e per la sua carriera, rischierà che l'insicurezza e l’ansia prendano il sopravvento.
A questo punto il suo grado di attenzione sarà massimo, la paura intralcerà gli automatismi, trasferendo il controllo all'attenzione, che come abbiamo visto ha scarsa capacità nell'elaborazione dei movimenti; in questo modo probabilmente si assicurerà l’errore.
In conclusione, ai fini di una buona prestazione, i calciatori in partita prima di tirare un importante calcio di rigore devono fare in modo di isolarsi, di non preoccuparsi e di escludere l'emotività. Rendersi conto di quello che sta avvenendo causerà un richiamo all’attenzione che, per quanto sopra spiegato, causerà l'esclusione degli automatismi quindi un probabile errore.

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